Vangelo apocrifo 2

In quel tempo l’imperatore Augusto con il solito frettoloso decreto ordinò il censimento di tutti gli abitanti dell’impero romano. E le successive disposizioni applicative e semplificative stabilirono che ciascun cittadino doveva farsi registrare non dove era più logico, nel paese di residenza, ma nel proprio “luogo di origine”. E così Giuseppe, pure essendo residente a Nazaret, fu costretto a registrarsi a Betlemme, luogo originario di Davide, suo lontano avo di cui si e no aveva ogni tanto sentito parlare. Mise Maria in groppa all’asino e partì per il lungo viaggio. Ad una sosta furono derubati di parte dei finimenti dell’asino da un ladruncolo all’inizio della sua carriera, che certo non immaginava che dopo trentatré anni sarebbe stato crocifisso proprio insieme al bimbo che Maria portava nel grembo: peggio per lui, doveva leggere attentamente le scritture, invece di derubare il primo che aveva a tiro. Erano quasi giunti a Betlemme, quando furono invitati ad accostare da una truppa della romana Guardia di Finanza capitanata da tal Matteo, che ovviamente trovarono mille difetti: la sella non rispettava le norme di sicurezza (vagli a spiegare che avevano rubato i finimenti), che Maria era minorenne e Giuseppe non poteva assolutamente essere il marito (e vagli a spiegare che proprio per questo andavano a registrarsi), etc. etc. Alla fini presero la loro solita mazzetta e chiusero più di un occhio. Di lì a qualche anno Gesù avrebbe scelto proprio quel Matteo come apostolo e un giorno sì e l’altro pure non faceva che rinfacciargli la figura di niente rimediata sotto Betlemme. E, come Dio volle, le tre sventurate vittime della burocrazia censimentaria giunsero a Betlemme: ove dovettero adattarsi a dormire in una stalla, i pochi soldi messi da parte per il viaggio essendo finiti nelle ingorde tasche di Matteo e compari. E qui Maria, senza assistenza pubblica né privata e senza nessun contributo bebè, diede alla luce il bimbo, che chiamò Gesù. E allora Maria comprese il significato delle parole dell’Angelo: “Niente è impossibile a Dio!”

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