Tasse, avarizia e fame

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(Ales)

L’articolo 53 della Costituzione, che è la legge italiana più importante, dice che “Il sistema tributario è informato a criteri di progressività”. Ad esempio, Tizio che guadagna dieci euro deve pagare un euro di tasse, Caio  che guadagna venti euro deve pagarne non due, ma tre.

In un articolo su “Il Sole 24 Ore” l’illustre professor Enrico De Mita si dichiara pienamente d’accordo, a patto che il peso delle tasse sia “sopportabile”. Cosa si intenda per sopportabile (10%, 20%, 60%) non si degna di spiegarcelo.

Provo a indovinare: il taccagno deve pagare poco, perché per lui dar via la grana è “insopportabile”; se invece è uno scialacquatore, dagli addosso con le tasse!

Per questa cavolata all’illustre professore gli leverei lo stipendio: non del tutto, ma quanto basta per non morire di fame. A farla breve, NEI LIMITI DEL SOPPORTABILE. 

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