I capponi del terzo millennio old

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(da “I promessi sposi”): Agnese levò i quattro capponi dalla stìa, riunì le loro otto gambe, le strinse con uno spago e le consegnò a Renzo, il quale se ne andò fremendo per la sua disgrazia. Lascio poi pensare al lettore come dovessero stare quelle povere bestie, legate e tenute per le zampe, a capo in giù nella mano d’un uomo il quale, agitato da tante passioni, accompagnava col gesto i pensieri che gli passavan a tumulto per la mente. Ora stendeva il braccio per collera, ora l’alzava per disperazione, ora lo dibatteva in aria, come per minaccia e, in tutti i modi, dava loro di fiere scosse e faceva balzare quelle quattro teste spenzolate; le quali intanto s’ingegnavano a beccarsi l’una con l’altra, come accade troppo sovente tra compagni di sventura. (da Vetrioloblog): Il governo levò uno a uno i lavoratori dalle loro case, li riunì per le palle stringendole con uno spago e li consegnò all’Agenzia delle Entrate. Lascio poi pensare al lettore come dovessero stare quei poveri contribuenti, così legati e tenuti a capo in giù, nelle mani di un esattore che, agitato da tanta avidità, accompagnava con mille circolari tutte le interpretazioni assurde che gli passavano a tumulto nella mente. Ora pignorava i beni per collera, ora lo mandava cartelle esattoriali per minaccia, e faceva balzare quei poveri disgraziati; i quali intanto si ingegnavano ognuno a chiedere una qualche esenzione fiscale a danno degli altri, come accade troppo sovente tra compagni di sventura.

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