Un crudele padrone godeva nel provvedere personalmente a frustare gli schiavi. Questi, esasperati, fecero la rivoluzione, e il loro coraggio fu premiato: loro stessi avrebbero scelto il frustatore. Ma non si mettevano mai d’accordo: chi sceglieva il guardiano di campo, perché “ci aveva più confidenza”, chi il maggiordomo, perché almeno era di colore, chi la moglie del padrone, perché ci metteva meno vigoria, etc. etc. Il padrone, capita l’antifona, propose: “Votate ed elegete tre di voi: saranno loro a scegliere il frustatore. E finché i tre non si metteranno d’accordo, ripeterete la votazione e ne sceglierete altri tre. Provvisoriamente rimarrà in vigore il vecchio sistema: alle frustate provvedo io!”
Un pensiero riguardo “Schiavitù rappresentativa”